A tavola con la chimica

Oggi, si parla spesso di alimentazione, sotto vari aspetti, soprattutto salutistici e culinari. Tra questi, viene spesso chiamata in causa la Chimica e i danni che comporta; ma se analizziamo bene, questa scienza non è la vera responsabile.

I nostri alimenti, anche i più naturali, sono chimica, (sono fatti da molecole); noi stessi siamo fatti di molecole. La chimica ci piaccia o no, ci circonda, anzi ci costituisce!
Diciamo la verità, siamo noi che usiamo male la chimica!
Noi scegliamo gli alimenti basandoci sui nostri sensi e sulle emozioni. Il cibo che compriamo è quello che piace ai nostri occhi e ha un buon odore. Ma bello, si sà, non è sinonimo di buono.
Sarebbe meglio essere quindi dei consumatori critici, più che esteti!

Sono stata poco tempo fa, ad un corso dal titolo “La chimica del piatto”, tenuto da un esperto chimico che con semplicità ha spiegato alcuni aspetti legati alla sicurezza del cibo. Tra gli argomenti trattati, uno mi ha incuriosito un bel po’.

Chi di voi ha mai sentito parlare di Interferenti endocrini? Sicuramente in pochi!

Il ministero dell’Ambiente insieme all’Istituto Superiore di Sanità nel 2014 ha fornito un decalogo per spiegare e sensibilizzare tutti noi su questo tema (per saperne di più clicca qui)

Ma di cosa si stratta?
Con questo termine, irritante probabilmente a molti di voi, vengono denominate diverse sostanze, (ovviamente chimiche!), con le quali noi, direttamente o indirettamente, veniamo a contatto.
Queste sostanze, hanno un’azione nociva a livello del nostro sistema endocrino (ormonale).
Non sto quì ad elencarle tutte, visto che sono ben spiegati nel decalogo menzionato, (che vi suggerisco di leggere!), voglio solo portarvi giusto qualche esempio.

Avete presente le bottiglie di plastica, contenenti le nostre bevande preferite, tipo acqua, latte, succhi e chi più ne ha, più ne metta, oppure le confezioni di plastica contenenti frutta e verdura?
Tutti questi contenitori dell’era moderna, hanno a che fare con gli interferenti endocrini.

In dettaglio, cosa succede?
La plastica è formata da lunghe catene di molecole, simili alle molecole che costituiscono i grassi (quelli che mangiamo e quelli di cui noi siamo composti).
Una legge fondamentale della chimica afferma che “il simile scioglie il simile”, quindi ad esempio cibi grassi contenuti nella plastica, possono con il tempo, corrodere quest’ultima.
Pensate ad esempio al latte (contiene grassi) ed alle bottiglie usate per venderlo.
Le bottiglie di latte in vetro, di un tempo, avevano quindi il loro perché!

Non solo i contenitori di plastica che utilizziamo sono implicati in questo argomento, ma anche direttamente il cibo che mangiamo.

Esiste un’intera isola nel Nord del Pacifico che è stata denominata Great Pacific Garbage Patch, costituita non da terra, ma da 100 milioni di tonnellate di rifiuti. La sua superficie si stima essere il doppio della Francia. Si parla di Oceano di plastica!

Che centra quest’isola con gli interferenti endocrini?
l pesci che vivono in queste zone mangiano insieme al placton anche pezzi di questa plastica o residui di questa. Ciò ha fatto si che i pesci di sesso maschile, siano diventati sterili. Alcuni tipi di plastica infatti sono costituiti da sostanze molto simili agli ormoni femminili, che generano appunto sterilità nelle specie maschili. Ecco perché si parla di Interferenti endocrini.
Pensate a noi adulti e bambini che mangiamo di questi pesci! Oppure a tutte le sostanze plastiche con le quali noi veniamo a contatto ogni giorno!
E’ probabile che l’aumento di sterilità maschile nell’uomo, negli ultimi tempi sia dovuto anche a questo tipo di inquinamento.

Quello del latte e del pesce, sono due esempi di come noi possiamo entrare in contatto con questi Interferenti endocrini.

Per come la vedo io non serve tuttavia fare del terrorismo psicologico, nè pensare di vivere sotto una campana di vetro, esclusi da qualsiasi danno.
E’ più utile trovare delle soluzioni al problema, che possono essere adottate per ridurre al minimo l’uso di cibo “contaminato” direttamente e indirettamente da queste sostanze.

Qualche consiglio
Oggi ci sono anche delle realtà “artigianali” che consentono di prendere latte in bottiglie di vetro, direttamente in sede di produzione oppure direttamente al distributore. Inoltre variare il tipo di latte, facendo in casa quello vegetale, (conservandolo in una bottiglia di vetro!), ci permette non solo di variare la nostra alimentazione ma anche di venire a contatto meno possibile con queste sostanze.
Stesso discorso per i succhi contenuti nelle bottiglie di plastica: un buon succo/centrifugato fatta in casa o bevuto al bar, apporta sicuramente più benefici al nostro benessere.

Per frutta e verdura meglio sempre prediligere quella fresca (di stagione!) anziché quella in scatola o in busta che, se usata, deve essere sciacquata bene, prima del consumo.

Non dimentichiamoci poi dell’acqua in bottiglia! Bere acqua di sorgente (Roma ne è piena! Leggi l’ebook per saperne di più) andando periodicamente a prenderla con bottiglie di vetro, può avere se ci si pensa, tanti risvolti positivi:

  • in primis una buona opportunità per uscire di casa anziché fare gli eremiti ed inoltre dedicandosi ad una attività salutare (alcune di queste sorgenti sono circondate da splendidi parchi verdi, dove respirare un po’ di più ossigeno)
  • inoltre, cerchiamo di mangiare pesce a Km 0, come già consigliato in un altro articolo (Leggi qui), poiché sicuramente questo tipo di alimento avrà visto ed ingoiato meno plastica del tonno in scatola, comprato al supermercato.

Insomma, piccoli accorgimenti, che diventano uno stile di vita, possono aiutarci a vivere bene.
Mangiare e stare bene si può, se si fa un po’ di attenzione!

A cura della dott.ssa Nicoletta Paolillo

Leave a Reply

Your email address will not be published.