Come ti combatto il polline… A tavola!

Appena arrivano le prime giornate di sole primaverile, come tanti orsetti reduci da un lungo letargo invernale, il primo pensiero che fa capolino nella testa di molti di noi è quello di “scorrazzare” liberi all’aria aperta, riconquistando un angolino di verde nelle ville e nei parchi pubblici cittadini, al fine di godere della brezza carica dei profumi di fioriture all’esordio e di…”pruriginosi” pollini! Eh sì, lo scotto da pagare, ogni anno, è sempre lo stesso: per i numerosi milioni di italiani che si trovano a combattere contro la rinite allergica, la primavera è da sempre una stagione di “croci e delizie”.  Al fascino del risveglio della natura si accompagna  anche quello, immancabile e puntuale, di una carrellata di disturbi legati alla presenza del polline: prurito, lacrimazione, ostruzione nasale, tosse e respiro affannoso. Negli ultimi decenni i cambiamenti climatici, responsabili di un generale innalzamento delle temperature, hanno contribuito a rendere la fioritura, e dunque la produzione di polline, più abbondante e più precoce, facendo sì che per un periodo sempre più lungo vaghino nell’aria queste piccole presenze “disturbatrici”, contro le quali il nostro sistema immunitario scatena una vera e propria battaglia, liberando istamine e altre sostanze pro-infiammatorie.

Come possiamo difenderci da questo bombardamento silente?

Ultimamente si sta attribuendo sempre maggiore importanza al ruolo che gli alimenti possono avere nel modulare la risposta infiammatoria agli allergeni, capaci di intensificare o, al contrario, mitigare la sintomatologia e la frequenza degli episodi acuti. Per un 25% dei soggetti allergici, quella ai pollini si accompagna ad un’allergia ad alcuni cibi, principalmente di origine vegetale, che hanno una parentela allergenica con la pianta incriminata. Le reazioni possono manifestarsi sia sotto forma di fastidi alla bocca, pochi minuti dopo l’ingestione del cibo, o più tardivamente in sedi diverse. Esiste, infatti, un particolare fenomeno, definito di “reazione crociata”, per cui la presenza in molti alimenti di molecole simili a quelle presenti nei pollini è responsabile di una risposta da parte del sistema immunitario a seguito dell’ingestione di questi stessi cibi.
Alla luce di tutto ciò, nei mesi in cui siamo esposti ad una ingente produzione di polline da parte delle piante può essere strategico curare con attenzione la scelta di ciò che si porta in tavola, al fine di minimizzare il più possibile i sintomi.
Proprio per questo motivo, è utile, per chi è allergico ed ha manifestato fenomeni di cross reattività, conoscere le relazioni tra piante e alimenti vegetali. E a maggior ragione una  prima, fondamentale, distinzione da fare riguarda il tipo di polline: a che cosa siamo allergici? Alle graminacee, alle betulacee, alla parietaria o alle composite? A seconda della tipologia di polline in grado di scatenare una reazione allergica, sarebbe opportuno accantonare una serie di cibi. A tal fine, vi potrà tornare utile appuntarvi quanto segue:
  1. In caso di allergia alle Parietarie (che generalmente fioriscono da Marzo a Settembre): evitare pisello, fagiolo, arachide, pistacchio, soia, gelso, melone, kiwi, ciliegia, patata, basilico, ortica
  2. In caso di allergia alle Graminacee (che generalmente fioriscono da Aprile a Giugno): evitare sedano, orzo, avena, mais, riso, segale, frumento, kiwi, anguria, pesca, prugna, agrumi, melone, albicocca, ciliegia, pomodoro, bietole, mandorla, arachide
  3. In caso di allergia ad Assenzio e Ambrosia: evitare sedano, carote, melone, anguria, banana
  4. In caso di allergia alle Composite (che generalmente fioriscono da Maggio a Giugno): evitare cicoria, prezzemolo, sedano, carota, finocchio, lattuga, zucca, tarassaco, camomilla, banana, anguria, mela, melone, castagne, arachide, noce, nocciola, pistacchio, olio di girasole, margarine, miele (di girasole e di tarassaco)
  5. In caso di allergia alle Betulacee (che generalmente fioriscono da Marzo a Giugno): evitare mela, pera, banana, nespola, pesca, ciliegia, albicocca, prugna, kiwi, lampone, fragola, litchi, carota, sedano, finocchio, prezzemolo, nocciola, noce, arachide, mandorla, pepe verde

 

Siamo costretti, quindi, a diminuire drasticamente la varietà di ciò che portiamo a tavola?   Non è necessario rinunciare a questa ampia categoria di cibi per lungo tempo, ma limitarli in corrispondenza del periodo di massima fioritura delle piante verso cui mostriamo allergia. Ecco che diventa importantissimo imparare a conoscere il momento dell’anno in cui questa massiccia e fastidiosa fioritura avverrà: molto utili, a tal riguardo, si rivelano i calendari dei pollini, in grado di fornire dei dati aggiornati in tempo reale sulla concentrazione dei pollini in ogni zona e “previsioni” a breve termine, offrendo informazioni utili alla gestione dell’allergia stessa.
 

Inoltre, bisogna comunque considerare che non necessariamente tutti gli alimenti elencati innescano una reazione allergica crociata; è possibile che solo un cibo, o due, tra quelli elencati sia in grado di causare una cross reattività. Per cui, una volta identificato l’alimento scatenante l’allergia, sarà opportuno eliminarlo dalla propria dieta durante la pollinazione.

… e, inoltre, possiamo ricorrere a qualche piccola “astuzia”

  1. Per molti alimenti la cottura è un’ottima strategia per renderli innocui, distruggendo molte proteine
  2. Alcune di queste proteine crossreagenti si trovano nella buccia e mangiando il frutto sbucciato si può contribuire a minimizzare i disturbi orali allergici
  3. Adottare particolare attenzione anche alla corretta conservazione del cibo all’interno del frigorifero, al fine di prevenire e ridurre i casi di contaminazione tra un alimento e un altro.

E oltre alle accortezze da usare a tavola, cosa altro possiamo fare per salvaguardarci dalle allergie?

  1. Nei periodi a rischio sarebbe consigliato viaggiare in auto coi finestrini chiusi e dotare l’automobile di un sistema di filtri per pollini
  2. Evitare di piantare nel giardino di casa alberi con pollini trasportati dal vento (come cipresso, betulla, nocciolo, carpino, ontano, olivo, faggio); meglio optare per piante con impollinazione mediata da insetti (tiglio, ippocastano, robinia)
  3. Se mangiando si avverte un prurito in bocca o in gola, è bene interrompere l’assunzione e non inghiottire il vegetale in causa.

A cura della Dott.ssa Silvia Foti, Biologa Nutrizionista 

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