Da mamma a mamma: l’intervista a Petra Carsetti

Pensando ai miei dubbi di mamma sul cibo, ho pensato di condividere la mia esperienza (leggi la prima parte dell’articolo) e oggi vi presento il punto di vista di una mamma che è anche un importante critico enogastronomico ovvero Petra Carsetti, autrice di La cucina delle Marche in oltre 450 ricette e coautrice della guida Il Mangiarozzo. Coadiutrice di Carlo Cambi, ha inoltre collaborato alla redazione di Le ricette e i vini del Mangiarozzo, 101 osterie e trattorie di Milano dove mangiare almeno una volta nella vita e Le ricette d’oro delle migliori osterie e trattorie italiane del Mangiarozzo.
Ora mettetevi comode e prendete carta e penna. In arrivo la mammintervista di Idee con Gusto!

E: Ciao Petra,mi ricordi quanti anni ha Carlotta? P: Carlotta ha 8 anni.

E: Ti aspettavi una figlia così curiosa?  Ritieni di averla stimolata molto tu (per accrescere in lei questo amore per i sapori della terra) o pensi che sia solo una questione di personalità? P: Beh, Carlotta con il cibo non poteva non avere un approccio di curiosità visto che noi (n.d.r. noi sta per Petra e il giornalista Carlo Cambi) da sempre l’abbiamo – per piacere ma anche per lavoro – portata in mille ristoranti, nei luoghi del gusto, nelle produzioni delle eccellenze italiane. Il suo rapporto con il cibo spero rimanga sano e di sempre più accresciuta consapevolezza. I prodotti italiani sono sinonimo di identità e di di cultura, forse questo la aiuterà.

E: Ci racconti qualche episodio particolarmente singolare, qualche abilità di Carlotta che ti ha colpito più di tutte? P: Un episodio che racconto sempre è quello accaduto a Monteriggioni in una caldissima giornata di agosto. Carlotta aveva circa due anni e mezzo e andava pazza per il cinghiale che io non le cucino mai. Quel giorno a pranzo volle i tortelloni al cinghiale. Arrivata quasi a fine piatto, volle portare la nonna a vedere la chiesetta presente nella magnifica piazzetta. Uscendo si accorse da lontano che il cameriere le stava portando via il piatto con i due tortelloni rimasti: corse a paperetta con tutta la velocità di cui era capace, afferrò il piatto in mano al cameriere, prese la forchetta e finì i due tortelloni. Il personale e il titolare che assistettero alla scena risero con noi per questa “disavventura” accaduta ad una piccolissima bambina golosa!

E: Petra, quanto hanno influito le esperienze vissute nella tua infanzia nel processo di educazione (alimentare) di Carlotta?     P: Sicuramente hanno influito tantissimo! Noi mangiamo anche ciò che siamo stati. La memoria gustativa è più forte di molte altre memorie ed anzi ci spinge a ricercare i sapori della nostra infanzia per sentirci più protetti, più vicini alle emozioni di quel momento: ecco perché “le tagliatelle di nonna o il ciambellone come lo fa mamma” non lo fa nessuno. La mia famiglia mi ha insegnato il ritmo e la stagionalità degli ingredienti, mi ha costruito l’identità dei prodotti della mia terra e di conseguenza le sue suggestioni. La mia educazione alimentare infantile mi ha portato poi a scegliere il lavoro che faccio, accrescendo in me una profonda passione. Tutto questo è stato ed è tuttora trasferito a Carlotta. Non a caso nel mio libro “La cucina delle Marche” c’è una dedica che recita così: “A nonna Lavinia che è stata mamma, culla di affetti, maestra di vita e che mi ha dato il senso del rispetto della natura, il valore dell’onestà, il piacere dell’amore. A mia figlia Carlotta, che possa avere altrettanto dalla vita”

E: E il tuo lavoro e quello di Carlo, il fatto di essere sempre a contatto con chef, territori e realtà ricche di prodotti di qualità, quanto pensi l’abbiano influenzata? P: La conoscenza determina consapevolezza e Carlotta pian pianino ha incontrato realtà gastronomiche importanti e meno che sicuramente l’hanno formata e l’hanno spinta verso un prodotto piuttosto che un altro. Mi piace raccontare che sin da piccola, quando la portavo in pescheria (lei adora il pesce) era in grado di riconoscere molti tipi di pesce esposti. Al ristorante questo la porta a scegliere cose che normalmente i bambini non sceglierebbero. Per lei il menù bambini non esiste o meglio, è noioso.

E: C’è qualcosa che non hai fatto e faresti o che, al contrario, hai fatto e non rifaresti, sempre nell’ambito della sua educazione alimentare? P: Fino ad oggi sono molto contenta dei risultati ottenuti, quindi non cambierei nulla ma vediamo se questa positività al cibo resterà anche nella fase critica: quella adolescenziale.

E: Fai qualcosa per mantenere viva la sua curiosità in questo campo? P: In realtà io non ho bisogno di tenerle viva la curiosità perché con il lavoro che facciamo ogni giorno è una scoperta. L’unica cosa che non ho mai fatto è lasciarla a casa in momenti “gastronomici” importanti perché penso che ciò le serve o le servirà per accrescere conoscenza e quindi mantenere viva la curiosità. E’ stato molto faticoso fino ai 4 anni portarla in ristoranti stellati come da Nadia Santini, Carlo Cracco, Moreno Cedroni, Gianfranco Vissani ecc., ma sono esperienze che (se possibile) non devono mancare, un po’ come visitare i nostri musei per scoprire uno dei nostri tanti capolavori.

E: Credi che sarà una figlia d’arte?immagini per lei un futuro nel settore dell enogastronomia? P: Questo non lo so, lei dice che da grande farà la cuoca e il ristorante si chiamerà Charlotte, chissà…

E: Ultimamente hai iniziato anche delle attività nelle scuole per l’educazione alimentare dei più piccoli. C’e qualcosa che, alla luce anche di questa esperienza, ti senti di consigliare alle altre mamme? P: Io non posso consigliare ad altre mamme cosa fare, ma posso portare la mia esperienza: Carlotta mangia a tavola seduta composta senza cartoni o tablet o telefonini. Nel piatto c’è sempre almeno uno o due contorni di verdure che non devono mai mancare. A lei io non ho mai dato alternative, cioè se una cosa non le piaceva non gliela cambiavo subito con un altra, ma la stimolavo almeno ad assaggiare e ci giocavo sopra facendole vivere quel gusto come una nuova esperienza di gioco. Ci sono ancora alcune cose che mia figlia non mangia e che pian piano spero di poter utilizzare. Mi sono inventata ricette con ingredienti da lei odiati che poi invece sono diventati usuali. Cerco di utilizzare pasta integrale, Farro, Kamut, o pasta da grani Bio, così come frutta e verdura di stagione, carni e pesce mai congelati ma sempre freschi e di sicura provenienza. Il chilometro zero è ancora molto valido, anche se prodotti come la quinoa,Il bulgur, le bacche di goji, ecc. non sono di provenienza locale. Sperimento e poi aggiusto il tiro. Spero che questo possa aiutare Carlotta da grande.

E: Davvero grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza di mamma.Torna presto a “trovarci”! P: Grazie a voi per avermi ospitata. Un caro saluto 

E ora rimbocchiamoci le maniche e andiamo a preparare pappe e pappette 😉 

A cura di Elisa, la mamma del team di Idee con Gusto

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